Darina

                                         

Durante la seconda guerra mondiale, Silone si apre di nuovo, dalla Svizzera, all’azione politica diretta.

Nel Memoriale dal carcere svizzero, scritto nel 1942, ricorda come “la mia unica preoccupazione nei rapporti politici da me annodati dall’estate del 1941 […] [era] fare qualche cosa per controbattere il tentativo comunista d’impadronirsi del movimento socialista italiano”.  Lo scopo è infatti quello di  impedire che il socialismo italiano ed europeo, in nome dell’unità antifascista e subendo la supremazia organizzativa dell’apparato comunista potenziato e manovrato dal potere totalitario staliniano, svenda la sua primogenitura politica e abbandoni la sua matrice democratica.

Si avvale della collaborazione della terza donna – sempre straniera – della sua vita che ha conosciuto alla fine del 1941 e da  cui è rimasto incantato:  Darina Laracy,  bellissima bionda, giovane intellettuale, grande ammiratrice dello scrittore italiano conosciuto allora in tutto il mondo.   Darina tiene con lui e per lui i contatti con i servizi segreti alleati, contatti essenziali al Centro estero del partito socialista, diretto da Silone, per promuovere e sostenere l’azione della resistenza socialista in Italia.  A Darina,  il 21 novembre 1942 a Lugano,  scriverà su una copia del suo ultimo romanzo Il seme sotto la neve:  Alla compagna Darina, unum in una fide et spe: libertas”.  La sposerà nel 1944, al rientro in Italia dopo la sconfitta del fascismo.  Darina,  la fascinosa giovane colta plurilingue di cui si è innamorato,  è la compagna ideale del Silone scrittore di fama e relazioni cosmopolite.